Da un documento
storico tratto da un libro di Goffredo da Busserò, che
già nel 1298 esisteva in loco una cappella dedicata a S.Tomaso
apostolo: ciò convalida l'ipotesi, o da per lo meno adito
che già nel 1200 la frazione fosse abitata.
Non si conosce con precisione invece la data di costruzione delle
masserie, ma dal Nuovo Estimo del Ducato di Milano del 1724, appare
che esistevano già due costruzioni: una a forma di U e
l'altra a forma di L (praticamente come le attuali).
Il terreno era stato diviso in zone dai nomi caratteristici: "Il
Prato" (intorno alla Chiesa), "Il Torchio" (presso
il vecchio fontanino), "La Piana dei Castagni","Il
Ronco" (sopra i castagni), "La Molinata".
Il pianoro ospitava,
oltre naturalmente la coltura dei foraggi, anche coltivazioni
di mais,segale,orzo,patate; sino alla fine dell'800 esistevano
anche vigneti, il cui vino veniva posto ad invecchiare, insieme
ai formaggi, nelle grotte e nei caratteristici crotti umidi.
Nell'anno 1838, i Padri dell'Ordine del Fatebenefratelli riedificarono,
sulla preesistente cappella, una chiesetta dedicara a S.Tomaso
apostolo e al loro fondatore San Giovanni di Dio.
Da notizie tratte dalle relazioni delle "Visite Pastorali"
del XVII e XVIII secolo, sembra inoltre che nel XVI secolo la
chiesa di S.Tomaso non fosse più utilizzata per le pratiche
di culto: a partire dal 1577 la chiesa non venna più officiata
e fu ordinato di demolirne l'altare.
Vista del lavatoio
Chiesetta
di S.Tomaso
Nel 1583, dopo che
fu sconsacrata, venne acquistata dalla famiglia Mandelli ed il
ricavato fu devoluto a favore della ricostruzione della chiesa
di Sant'Antonio Abate.
In quel periodo l'oratorio presentava uno schema planimetrico
semplice con aula rettangolare "sub tegulis" e abside
coperta da volta, aveva le pareti disadorne e un solo ingresso
ubicato sulla facciata.
Nel 1998, la Comunità Montana del Lario Orientale, ha promosso
il restauro archittettonico conservativo e strutturale della Chiesa,oltre
al restauro del dipinto a olio su tela e del dipinto murale collocati
nel presbiterio e la sistemazione dell'area esterna circostante.
Negli anni settanta,
in seguito al fortissimo inurbamento del paese, conseguenza di
un altrettanto sensibile sviluppo urbanistico sia industriale
che abitativo, l'amministrazione comunale di Valmadrera ha deciso
di tutelare questo "polmone verde" ponendo la località
sotto vincolo, in modo da evitare tentativi di speculazione edilizia.
Nel 1978 la località di S.Tomaso, di circa 58 ettari, è
stata acquistata dalla Comunità Montana del Lario Orientale.
La chiesetta e alcuni locali delle vecchie masserie sono stati
dati in gestione ad alcuni affittuari e sono stati avviati i lavori
di restauro degli edifici, il ripristino degli antichi caselli
per la lavorazione del latte e degli altri siti di rilevanza storico-culturale
come la fornace.
Vista di S.Tomaso
Nel 2000 la Comunità Montana ha avviato alcuni lavori di
restauro delle strutture presenti a San Tomaso.
Gli edifici a forma di U e di L, che costituiscono il nucleo insediativo
è ormai stato quasi completamente sistemato nel rispetto
dell'identità del luogo: il progetto globale di recupero
è stato finalizzato alla salvaguardia strutturale e ambientale.
Infatti oltre a cercare di impedire il degrado fisico delle strutture,
l'intento portante dell'intero processo si salvaguardia è
finalizzato a mantenere il più possibile inalterate le
condizioni rurali e contadine originarie.